Era il 1054 d.C. un oggetto cosmico illuminò il cielo diurno per 23 giorni consecutivi

Un mistero che risale al Medievo. La sua esistenza era stata scoperta più di 40 anni fa. Tutto ha inizio nel 1054 d.C. quando un oggetto cosmico illuminò il cielo diurno per 23 giorni consecutivi e quello notturno per quasi due anni, prima di diventare quella che oggi è nota come la Nebulosa del Granchio. La nebulosa, oggi vasta più di sei anni luce, è formata dai gas in espansione espulsi durante l’esplosione della Supernova 1054. La Nebulosa Granchio si trova a circa 6500 anni luce dal sistema solare, perciò l’evento che l’ha prodotta è in realtà avvenuto 6500 anni prima del 1054, cioè circa nel 5400 a.C.
Lo indica lo studio pubblicato sulla rivista Nature Astronomy dai ricercatori dell’Università di Tokyo.
La supernova di nuovo tipo, nome scientifico Sn 2018zd, è stata osservata nel marzo 2018 in una galassia a 31 milioni di anni luce dalla Terra, la galassia Ngc 2146, grazie al telescopio spaziale Hubble, prima del guasto che ne ha bloccato l’operatività.
Al centro della nebulosa si trova la pulsar del Granchio (nota anche come PSR B0531+21), una stella di neutroni con un diametro di circa 28-30 chilometri, scoperta nel 1968: fu la prima osservazione di un’associazione tra pulsar e resti di supernova, una scoperta fondamentale per l’interpretazione delle pulsar come stelle di neutroni.
La Nebulosa Granchio si osserva agevolmente da entrambi gli emisferi terrestri, sebbene gli osservatori posti a nord dell’equatore risultino più avvantaggiati: la nebulosa si trova infatti nell’emisfero boreale celeste; il periodo di osservazione nel cielo serale va dal mese di novembre fino alla metà di maggio, dall’emisfero nord, mentre da quello sud si osserva mediamente da fine dicembre a inizio aprile. Oltre il circolo polare artico si presenta circumpolare.
La sua individuazione in cielo è relativamente semplice: si individua infatti circa 1,5° a nord-ovest della stella ζ Tauri, che costituisce il corno meridionale della costellazione del Toro, in cui la nebulosa si trova. L’area di cielo circostante è ricca di bei campi stellari, data la presenza in quest’area di cielo della scia luminosa della Via Lattea.
Per Howell, lo studioso che ipotizzò l’esistenza della supernova, questo fenomeno ci sta insegnando a capire cosa si nasconde dietro le esplosioni di supernovae. Da come si formano alcune stelle di neutroni a come vivono e muoiono le stelle estreme, fino allo studio di come gli elementi di cui siamo fatti hanno origine e vengono dispersi nell’universo.

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Fonte: articolo rielaborato sulla base delle informazioni ricercate sul web
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