Cosa si nasconde dietro il desiderio di “fuggire”?

Nel mondo di oggi, cosi globalizzato, si cerca spesso un posto dove “nascondersi” e “fuggire” dalla realtà di tutti i giorni. Sono molte le persone che per svariati motivi, personali o lavorativi, sbarcano all’estero. Chi fugge spesso pensa “vorrei essere ovunque in questo momento, ma non qui”. La prima reazione a questo pensiero è isolarsi con la mente, lasciandola libera da tutto quello che le provoca stress. Subito dopo ci si trova davanti ad un bivio. Cosa fare? Restare o abbandonare tutto e tutti? Questa è l’esigenza di lasciarsi alle spalle una vita magari complicata o con situazioni anche sentimentali difficili da gestire. Secondo una statistica sul web al primo posto per chi fugge c’è l’amore, poi i figli, il lavoro, un ricatto o qualche situazione economica da risolvere.
Fuggire può non essere sempre una soluzione. In pratica ci si trova a vivere un paradosso: da un lato si sente la necessità di sottrarsi, dall’altro la condizione contiene comunque elementi fondamentali. Il modo in cui si affrontano le difficoltà determinano le scelte di una persona nella condizione di desiderare di essere altrove.
La vita a volte caotica è carica di stress, così molti si rifugiano cercando altro. Si sottopongono a sfide assurde, rincorrono obiettivi senza guardare il traguardo, si caricano di responsabilità e rinunciano a molte cose che piacciono. Tutto questo abbassa la soglia di sopportazione della frustrazione, fino al punto che basta una difficoltà standard per far scattare l’idea della fuga o di continuare a fuggire.
Così, se da una parte questa idea esprime il rifiuto per una vita troppo complicata, dall’altra la scelta indica che è ormai tempo di cambiare il nostro modo di abitare la realtà di ogni giorno.
Come esempio prendiamo un atleta che fa corsa. Si posiziona davanti allo start. Talvolta non guarda se attorno a se ci sono altri corridori. Partenza. Così inizia la sua corsa frenetica, corre e continua a farlo. Magari arriva alla fine e vince. Ma cosa avrà vinto davvero?

Fonte: articolo rielaborato sulla base delle informazioni ricercate sul web
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