La musica agisce sui nostri centri emozionali

Spesso si considera la musica come il linguaggio delle emozioni per la sua capacità di evocare ed esprimere sensazioni uniche. Per questo “gli ascoltatori percepiscono attraverso il suono” che come conseguenza influisce sulle emozioni per liberarle, modificarle e per sintonizzarle con il proprio stato emotivo. La maggior parte delle persone fa esperienza quotidiana della musica, spesso associandola ad un evento. La musica ha da sempre degli effetti sul nostro cervello, dimostrati da ricerche scientifiche, per cui oltre alla finalità di piacere, insita in essa, scopriamo anche una sua attitudine terapeutica. Essa ci accompagna fin da quando siamo nel grembo materno, lungo tutto l’arco della vita. È così che la ricerca scientifica si è interrogata su ciò che accade nel cervello nel momento in cui si ascolta della musica. Ma non è solo questo, è anche un linguaggio. Lo si comprende anche analizzando alcuni efficaci metodi di approccio alla musica pensati per i bambini. Quindi non solo emozioni ma anche comunicazione. Comunicazione emozionale. Infatti i suoni che compongono un brano musicale agiscono provocando diverse reazioni psicofisiche: la musica può rievocare un evento, un’immagine, un periodo storico o un particolare stato d’animo. I primi studi sulle risposte emotive alla musica risalgono al 1936, quando la psicologa e musicologa Kate Heiner dimostrò che vi sono due elementi essenziali che il nostro cervello utilizza per elaborare una risposta emozionale alla musica: il modo, cioè la tonalità (maggiore o minore), e il tempo, cioè la velocità di esecuzione (veloce o lenta). Si è così notato che dalla combinazione del modo e del tempo, l’uomo ricava delle emozioni che possiamo definire universali. Il fatto che queste risposte emotive siano comuni a tutti è dimostrato anche da un altro importante esperimento compiuto in tempi più recenti all’università di Montreal da Isabelle Peretz, la quale ha registrato le modificazioni indotte dalla musica su vari parametri fisiologici, come la pressione del sangue, la frequenza cardiaca e la conduzione elettrica della pelle. Ma dove viene elaborata la musica nel nostro cervello? La prima fase è quella dell’udire, i suoni come fenomeno periferico legato all’orecchio e al nervo acustico; la secponda fase è quella del sentire, dove il suono viene filtrato grazie al talamo, che consente il passaggio dell’informazione fino al lobo temporale nei centri nervosi vicini a quelli del linguaggio, e qui si verifica finalmente il processo dell’ascoltare, con un coinvolgimento globale del nostro sistema nervoso e delle funzioni psichiche ad esso connesse.
Si dice quindi che il suono musicale viene intellettualizzato. Questo perchè la musica rilascia nel cervello anche una sostanza chimica chiamata dopamina che migliora l’umore e riduce lo stato d’ansia. La dopamina inoltre trasmette piacere, gioia e motivazione. quindi accresce il nostro benessere ed influisce sula respirazione, il livello di alcuni ormoni, in particolare quello dello stress, e le endorfine.

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