Michelangelo ha vissuto in un luogo segreto: dove e come visitare questo pezzo di storia

L’arte è un argomento che piace a chi è appassionato di ogni forma, soprattutto quella antica, oggi scopriremo un aneddoto di Michelangelo.

Il famosissimo artista, scultore, architetto, poeta e pittore Michelangelo Buonarroti è conosciuto da tutti per le sue magnifiche opere, alcune delle quali rimaste a Firenze. Nato in provincia di Arezzo, in una città a cui è stato aggiunto il suo nome: Caprese Michelangelo, è vissuto nel periodo del Rinascimento dove ha saputo farsi riconoscere come grande artista grazie alle sue opere più importanti come il Mosè, la Pietà, il David, gli affreschi della Cappella Sistina, la Cupola di San Pietro e molte altre ancora. Anche se morì a Roma è a Firenze che ha vissuto la maggior parte della sua vita.

Molte delle sue opere si possono vedere nel Museo degli Uffizi, come alcune statue in cui è raffigurato lui come anche altri disegni col suo viso fatto da suoi allievi o altri artisti, mentre altre come la Pietà sono rimaste a Roma nella Basilica di San Pietro in Vaticano. Molti turisti entrano in quella chiesa solo per vedere la maestosità di un momento tragico e anche per tutti i particolari che sono davvero impressionanti. Tornando a Firenze in molti si saranno chiesti dove vivesse e lavorasse, nei prossimi giorni sarà svelato il suo studio segreto.

Dove lavorava veramente Michelangelo?

È stato scoperto per puro caso nel 1975 da Paolo Dal Poggetto, direttore del Museo delle Cappelle Medicee durante un sopralluogo per degli interventi di restauro e da alcuni resti, tracce, pennelli vecchi, disegni a carboncino, trovati lì si è arrivati alla conclusione che si tratta proprio dello studio segreto di Michelangelo e si trova proprio sotto le Cappelle Medicee a Firenze. Questo è un piccolo ambiente che per arrivarci occorre accedere dalla Sagrestia Nuova.

Ritrovato studio segreto a Firenze
Ecco dove si trova lo studio segreto a Firenze- lineatemporalie.it

Sotto il vecchio intonaco vennero scoperti degli schizzi e disegni ispirati alle sue opere, quelle che non sono state bruciate da lui prima della sua morte. Forse ci rimase anche per poco tempo perché nel 1530 ci fu la persecuzione medicea.

Questa stanza ora è stata messa in sicurezza e a partire da questo novembre, in occasione della nuova apertura del museo, sarà accessibile al pubblico periodicamente ed a piccoli gruppi contingentati, l’ha pubblicizzato sui social e giornali il direttore generale dei musei Massimo Osanna.  Come mai si entrerà solo a gruppo? Non è solo per via dell’emergenza Covid che è ancora in giro, ma soprattutto per la sicurezza di questo nascondiglio, l’ubicazione è delicatissima e bisogna tutelare tutti i resti presenti nei fogli e nelle pareti del luogo, per chi fosse interessato potrà controllare su internet i biglietti disponibili.

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