La scoperta di un nuovo cranio fossile di Paranthropus robustus di circa 2 milioni di anni fa, rinvenuto nel sito paleoantropologico di Drimolen, ha portato nuova luce sui processi microevolutivi subiti dalla specie estinta di ominini, che visse probabilmente un periodo di rapido e turbolento cambiamento climatico. Lo studio è stato condotto da un gruppo internazionale di ricerca costituito da membri delle Università di Johannesburg, Melbourne, Washington e Pisa. Prima del ritrovamento del nuovo reperto si credeva che la specie di Paranthropus fosse caratterizzata da un forte dimorfismo sessuale, con individui maschi che presentavano dimensioni corporee e struttura cranica molto superiori rispetto alle femmine, come oggi in gorilla, oranghi e babbuini. Il nuovo fossile è chiaramente appartenuto a un maschio della specie di Paranthropus, ma è di dimensioni minori dei maschi rinvenuti nel vicino sito di Swartkrans, e a sua volta è più grande di un individuo presunto femmina trovato sempre a Drimolen alcuni anni fa. Il ritrovamento, aggiunge l’università di Pisa, «fa supporre che il dimorfismo fosse molto meno pronunciato e indica che Paranthropus robustus si sia evoluto rapidamente». La causa è probabilmente una risposta a una trasformazione climatica che mise sotto stress molte specie di ominini.
Fonte: www.avvenire.it
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